S.O.S. – Squadre Operative di Supporto – Combat Arms n°3 anno V – Agosto 2017

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S.O.S. – SQUADRE OPERATIVE DI SUPPORTO

La risposta dell’ Arma dei Carabinieri alle nuove minacce internazionali

di Manuel Spadaccini, Carabiniere in congedo ed Istruttore professionista nel settore del Krav Maga, fondatore e Direttore Tecnico della KMA – Krav Maga Academy.

I recenti attacchi avvenuti nel territorio europeo denotano un sostanziale mutamento delle azioni e degli obiettivi terroristici. La storia ci ha insegnato che fino a qualche anno fa la strategia delle azioni terroristiche prevedeva la presa di ostaggi principalmente con uno scopo strumentale, essendo atta infatti a conseguire una “merce” di scambio e/o pressione nei confronti dei governi.

Negli ultimi anni le cose sono cambiate e purtroppo peggiorate. Giusto per fare degli esempi, basti osservare le azioni dal 2015 ad oggi, partendo  dagli episodi di quell’anno a Parigi, come quello di Charlie Hebdo che ha visto gli attentatori condurre un vero e proprio combattimento urbano ed il successivo attacco di venerdì 13 Novembre avvenuto ad opera di 7 terroristi che hanno riportato il terrore nella capitale francese. I terroristi oggi non desiderano più intavolare trattative, bensì hanno il solo scopo di portare instabilità, caos, terrore ed immolarsi facendo il più alto numero di vittime possibile. Pianificano strategicamente momenti, luoghi di attacco e le modalità più utili al loro fine.

L’EVOLUZIONE DEGLI ATTACCHI TERRORISTICI

L’esempio del “Venerdì nero” di Parigi è stato emblematico: sono stati attaccati obiettivi definiti secondari per distogliere l’attenzione dagli obiettivi primari, creare scompiglio e portare le risorse delle Forze dell’Ordine a catalizzarsi lontano dagli obiettivi primari. La cellula terroristica parigina si è dimostrata capace di attaccare simultaneamente ed in maniera coordinata più obiettivi, sottoponendo i reparti d’elite antiterrorismo della Polizia francese ad una pressione enorme, allestendo uno dei peggiori scenari che possa capitare alle Forze Speciali. Queste ultime infatti, dato l’elevato standard di addestramento che non permette o non prevede un grande numero di operatori in organico, sono state chiamate a fronteggiare un attacco enormemente più grande rispetto alle esigenze di un tempo, in base alle quali le Forze Speciali sono state concepite e dimensionate.

Attivare una risposta concreta a più attacchi simultanei che possono essere portati in zone o città differenti appare oggi come una sfida di enorme importanza per tutti i Paesi. Non ultima, l’esperienza dell’attacco al teatro Bataclan, nel quale i terroristi hanno utilizzato ogni secondo disponibile per effettuare più vittime possibile, insegna inoltre che spesso non c’è tempo per attendere l’intervento delle Special Forces.

Il nuovo modus operandi delle cellule terroristiche, che agiscono oggi con modalità, numeri, equipaggiamenti e tattiche sempre più di derivazione militare, sposta pertanto il conflitto su un nuovo e più difficile livello.

LA PRONTA RISPOSTA DELL’ ARMA

L’Arma dei Carabinieri, attenta all’evolversi delle criticità rappresentate da questo nuovo tipo di azioni terroristiche, si è dimostrata molto reattiva adeguando dottrina, struttura e catena di comando delle proprie unità di pronto intervento. Sono pertanto state istituite nuove unità con compiti di primo intervento e di supporto, locate in tutto il Paese, capaci di fronteggiare e contenere attacchi anche qualora si manifestassero su più fronti di fuoco. Il dispositivo antiterrorismo dell’Arma dei Carabinieri vede infatti oggi il “G.I.S.” (Gruppo Intervento Speciale) supportato dal 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” e le nuove unità “S.O.S.” (Squadre Operative di Supporto) e “A.P.I.” (Aliquote di Primo Intervento).

LE NUOVE UNITÀ “S.O.S.”

Le unità S.O.S. afferiscono quindi a specifiche esigenze antiterrorismo e dipendono direttamente dal Comando Generale che ne decide di volta in volta impiego ed incarico. Tratte dai Reggimenti e Battaglioni dell’Arma, costituiscono una pronta risposta mobile, dispiegabile rapidamente su tutto il territorio nazionale. Ogni singola unità S.O.S. è composta da un numero di Carabinieri variabile da poche unità a qualche decina, dispone di particolari veicoli SUV blindati ed armi lunghe supplementari di vario calibro.

La speciale formazione degli operatori, della durata di diverse settimane, è direttamente coordinata dagli istruttori del G.I.S. e prevede nozioni di combattimento corpo a corpo, pronto soccorso operativo, combattimento in ambiente urbano, addestramento al tiro operativo, operazioni conter-IED e active shooter. Una tale, profonda formazione pone gli uomini del S.O.S. in grado di lavorare sinergicamente con gli operatori del G.I.S. in caso di intervento congiunto. Al termine del periodo formativo gli Operatori sono pronti all’impiego ma continuano comunque un costante training proprio per mantenere la formazione acquisita ai massimi livelli.

IL CONTINUO ADDESTRAMENTO

Il continuo addestramento è parte fondamentale delle attività delle S.O.S. così come ad esempio dimostrato dalla unità afferente al 3° Reggimento Carabinieri Lombardia, il quale Comando, estremamente attento alla qualità della formazione dei propri Operatori, cura i frequenti addestramenti al tiro, il costante allenamento fisico nonché addestramento marziale al combattimento anche di tipo corpo a corpo praticato in sede. Proprio in quest’ottica di costante attenzione alla preparazione degli operatori, nonché al fine di implementare il bagaglio tecnico di questa Unità è stata individuata nella KMA – Krav Maga Academy – la possibilità di un efficace ampliamento delle attività addestrative, finalizzato ad accrescere le competenze degli operatori nel particolare settore, con una disciplina come il Krav Maga che risulta di estrema utilità ed efficacia. Nel caso specifico, il training effettuato da KMA ai Carabinieri della S.O.S. all’interno del 3° Reggimento avviene direttamente con il fondatore Manuel Spadaccini ed il suo team, tramite un percorso di diversi mesi sviluppato nella modalità “police”, che risponde perfettamente alle esigenze particolari e specifiche degli operatori.

Gestione di ostili armati e pericolosi, difesa professionale, lavoro in team, coordinazione, sinergia, sono tutte abilità che richiedono costante training di gruppo, proprio per consentire agli Operatori S.O.S. di operare al massimo delle proprie capacità puntando al miglior intervento possibile, prevedendo, dove attuabile, anche la tutela dei soggetti ostili.

UNA RISPOSTA ALL’AVANGUARDIA

Il binomio S.O.S./A.P.I. posto accanto a Tuscania e G.I.S dà all’Arma dei Carabinieri una risposta antiterrorismo imponente a livello nazionale, sviluppata in maniera coerente, sinergica e complementare. Un sistema difensivo di pregevole fattura, sviluppato a più livelli, modulabile ed assolutamente all’avanguardia nel panorama internazionale.

Manuel Spadaccini è disponibile per qualsiasi domanda o confronto. Contatti sul sito manuelspadaccini.it

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