LA TESTA PRIMA DEI MUSCOLI
L’ importanza del ragionamento prima di affrontare un’aggressione
di Manuel Spadaccini, Carabiniere in congedo ed Istruttore professionista nel settore del Krav Maga, fondatore e Direttore Tecnico della KMA – Krav Maga Academy.
“Dico sempre ai miei uomini cha ve bene avere paura. Se non aveste paura vi guarderei con sospetto. Il punto è imparare ad agire con questa paura, vincerla ed operare come professionisti. E’ una frase del Serg. Magg. Bob Gallagher, veterano della Somalia, istruttore U.S.Army per l’invasione dell’Iraq, ed è la sacrosanta verità. L’essere umano -fortunatamente- non è un automa, bensì è un essere pensante e come tale assimila ed elabora una quantità di informazioni che lo portano conseguentemente a prendere migliaia di decisioni ogni giorno. Il corpo umano, senza quella straordinaria sala controllo che è il cervello, sarebbe paragonabile ad un’ automobile senza conducente.
UNA REAZIONE RAGIONATA
Analizzando questo aspetto dal punto di vista della difesa personale, è possibile notare come durante una situazione drammatica ed imprevista come un’ aggressione, una volta acquisite le informazioni ed elaborata la situazione di pericolo, il cervello umano, oltre che vedersela con il criminale, deve anche affrontare un problema molto più intimo: la gestione delle spontanee e molteplici emozioni che inevitabilmente lo investono. La vittima infatti potrebbe essere anche un buon combattente, ma se nell’attualità di un improvviso pericolo, le paure, le indecisioni o al contrario, l’eccessiva impulsività, dovessero prendere il sopravvento sulla mente, il soggetto non sarebbe in grado di applicare una difesa realmente utile alla risoluzione del problema. Al contrario, una mente capace di elaborare la situazione di pericolo mantenendo allo stesso tempo la necessaria lucidità, è in grado di applicare una reazione ragionata, fondamentale affinché l’azione difensiva abbia successo.
L’AGO DELLA BILANCIA
E’ proprio il ragionamento applicato prima di una reazione, a fare la differenza. Valutare la situazione, non agire d’impulso, individuare rapidamente le giuste priorità nella sequenza difensiva può spostare l’ago della bilancia dalla sconfitta alla vittoria.
Un semplice esempio potrebbe chiarire meglio questo concetto. Immaginiamo una vittima che, trovandosi improvvisamente un coltello al collo premuto da un rapinatore, decida di difendersi sferrando semplicemente una combinazione di pugni al volto del criminale: la situazione con molta probabilità degenererebbe. Il rapinatore infatti, a causa della sorpresa e degli spasmi dovuti ai colpi subiti, finirebbe per brandeggiare il coltello, tagliando la vittima al collo, trasformandosi così in un assassino. L’iniziale rapina si tramuterebbe così in un omicidio. Una disfatta causata da una reazione troppo impulsiva da parte della vittima. Questa, tentando di difendersi, avrebbe invece dovuto ragionare, dando priorità assoluta nel bloccare con tutta la forza possibile il braccio armato, prima di sferrare qualsiasi colpo all’aggressore. Non sarebbe stata una garanzia di successo, ma avrebbe indubbiamente incrementato le possibilità di uscirne vivi.
RISCHIO E BENEFICIO
Tuttavia, probabilmente il vero errore è avvenuto ancor prima della reazione ed esula da qualsiasi aspetto tecnico: l’errore è stato di valutazione. Occorre infatti che chiunque venga aggredito analizzi rapidamente la situazione. In particolare, come dico sempre ai miei allievi, “occorre valutare il rapporto rischio/beneficio di una reazione”. In una situazione di minaccia è infatti imperativo ponderare il rischio di una eventuale reazione confrontandolo con il beneficio che ne si potrebbe trarre in caso di successo.
La domanda che qualsiasi vittima dovrebbe immediatamente farsi è: “Che cosa vuole il mio aggressore?”. Se la risposta è un semplice bene materiale come il portafogli od il cellulare, il gioco non vale la candela.
Una persona, trovandosi un coltello premuto al collo, dovrebbe infatti considerare che in caso di reazione dovrà combattere contro un avversario armato in uno scontro quindi potenzialmente letale. Perdere la vita per aver tentato di difendere un portafoglio non appare una buona decisione.
Al contrario, se il criminale ad esempio volesse rapire il figlio della vittima o compiere una violenza carnale, la circostanza sarebbe tale da giustificare una reazione, in quanto il bene in pericolo è ben più prezioso rispetto al portafogli dell’ esempio precedente. In questo caso, avvenuta la valutazione, la risposta sarà ponderata, lucida e motivata (aspetto fondamentale). Se a tutto questo si dovessero aggiungere anche abilità tecniche acquisite in addestramento, l’azione difensiva risulterà estremamente più efficace.
CRIMINALE FUORI DI SENNO, NOI NO
Ovviamente quelli proposti sono solamente esempi, le situazioni possono essere molteplici. Occorre mantenere lucidità non solamente in situazioni di minacce statiche per decidere se reagire o meno, ma anche in occasioni di aggressioni più drammatiche, come ad esempio quella di un criminale fuori di senno che in un locale pubblico sferra ripetute coltellate con l’intento di uccidere. Anche qui il ragionamento deve avere la precedenza, portando la vittima ad optare rapidamente tra prendere la via di fuga oppure intraprendere un combattimento mirato a bloccare a tutti i costi il braccio armato del carnefice. Il concetto non cambia: la mente prima dei muscoli.
ACQUISIRE PROFESSIONALITÀ
Il fattore di valutazione del rischio e del conseguentemente adattamento della risposta difensiva non è prerogativa solo in ambito civile, ma lo è anche -e soprattutto- in un contesto professionale. La gestione delle emozioni infatti, è ritenuta oggi talmente importante da essere alla base dei moderni sistemi di addestramento militare e law enforcement. Nella scuola che dirigo, la KMA® Krav Maga Academy, l’addestramento degli operatori professionisti (ma anche dei civili), avviene immergendoli in molteplici situazioni stressanti che richiedono una fase di valutazione ancor prima della risposta muscolare, proprio per sviluppare nei corsisti l’attitudine al ragionamento. La corretta e lucida valutazione del rischio aiuta infatti ad applicare una ponderata reazione, la quale, nel caso di un operatore professionista, è indice di professionalità ed evita eventuali spiacevoli ripercussioni legali come quella di un’accusa di eccesso colposo.
Manuel Spadaccini è disponibile per qualsiasi domanda o confronto. Contatti sul sito manuelspadaccini.it