IL “COMANDANTE ALFA” DEI G.I.S. PRESENTA “CUORE DI RONDINE” IN KMA
L’intervista -esclusiva per Combat Arms- di uno dei fondatori del Gruppo di Intervento Speciale, autore del libro autobiografico che sta scalando le classifiche.
di Manuel Spadaccini, Carabiniere in congedo ed Istruttore professionista nel settore del Krav Maga, fondatore e Direttore Tecnico della KMA – Krav Maga Academy.
Era il 1977 e l’Italia, così come molti altri Paesi conosceva l’emergenza terrorismo. Per volontà dell’allora Ministro dell’Interno Francesco Cossiga, cinque operatori del Tuscania vennero incaricati di costituire il Gruppo di Intervento Speciale – G.I.S., reparto d’elite dei Carabinieri. Molti anni sono passati, innumerevoli sono le operazioni alle quali i G.I.S. hanno partecipato e moltissima è l’esperienza accumulata da questo Reparto, apprezzato e stimato tanto in Italia quanto all’estero.
Dopo 38 anni, uno solo dei cinque fondatori è oggi ancora in servizio effettivo a Livorno. Lo chiamano il “Comandante Alfa” ed oggi si occupa di addestramento. Tanta è l’esperienza accumulata, troppo preziosa per lasciarla sfuggire. Per questo l’Arma dei Carabinieri desidera che gli operatori del G.I.S. siano addestrati ancora da lui.
Nel -poco- tempo libero, “Alfa” si è dedicato a raccogliere la sua vita, le sue esperienze, gli interventi più delicati in un libro, “Cuore di Rondine”, edito da Longanesi che in libreria sta dando filo da torcere ad autori più consolidati, giungendo alla quarta ristampa in pochi mesi. Dalla costituzione del Reparto, alla liberazione delle guardie al carcere di Trani, battesimo del fuoco dei G.I.S., al sequestro della piccola Patrizia Tacchella, passando per il blitz sul campanile di San Marco a Venezia, il libro racchiude quattro decenni di emozioni, di difficoltà, di coraggio e di successi.
Il “Comandante Alfa” ha presentato il volume a Merate, in provincia di Lecco, all’auditorium comunale in una serata organizzata da Manuel Spadaccini, Carabiniere in congedo e presidente della KMA. Sul palco anche il giornalista Enrico Fedocci di Mediaset, in platea numerosi militari dell’Arma, esponenti di Forze dell’Ordine e dell’ Associazione Nazionale Carabinieri, e tanti, tantissimi cittadini, alcuni “costretti” ad assistere in piedi alla serata. Vendita di copie alle stelle, ma il militare, costretto a rimanere nascosto dal mefisto per motivi di sicurezza, ha deciso di donare il ricavato delle vendite all’Onaomac, l’opera assistenziale creata dall’Arma per gli orfani della Benemerita. Mediaset ha dedicato alla serata un servizio andato in onda sul TgCom 24 e la nostra rivista ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva il Comandante Alfa:
COMANDANTE ALFA, COSA SIGNIFICA ESSERE UN GIS?
“Una domanda semplice, ma nello stesso tempo risulta difficile formularne la risposta perché il GIS è fondamentalmente la mia vita. Non so cosa voglia significare essere un uomo del GIS perché esserlo è parte integrante di me. Io posso solo affermare con certezza che non smetterò mai di farne parte anche quando, purtroppo, arriverà il momento del congedo.”
LO STRESS È PARTE INTEGRANTE DEL SUO LAVORO. IN CHE MODO È POSSIBILE PREPARARSI A GESTIRE INTENSE PRESSIONI? C’È QUALCHE TRUCCO?
“Certamente per affrontare lo stress è necessario un equilibrio psicofisico forte e determinato e credo che parte sia dovuto a elementi del carattere innati. Certo è che il continuo allenamento e l’addestramento riescono a forgiare la propria forza mentale al punto da riuscire ad affrontare con equilibrio i tanti momenti difficili e di tensione.
Non ho un trucco particolare, ma la determinazione e la fiducia in sé stessi e nelle persone che mi circondano mi hanno aiutato molto in particolari situazioni operative. Se proprio devo pensare a un trucco allora credo sia la pazienza: la capacità di attendere, riuscire ad aspettare l’evolversi della situazione e lasciar agire la mente, di sicuro aiuta a sovrastare lo stress e a non lasciarsi travolgere ma a gestire il tempo e le situazioni a proprio favore.”
QUANDO OSSERVA I GIOVANI GIS IN ADDESTRAMENTO O IN AZIONE, COSA VEDE? TROVA AFFINITÀ CON I SUOI PRIMI ANNI NEL REPARTO?
“Ogni periodo ha le sue sfumature. Quando sono stato giovane il GIS era un progetto che prendeva forma con noi. Tutto era ancora da fare e da creare. Ovviamente sono tante le sfumature che ci differenziano ma credo che sia importante sottolineare che ciò che invece ci accomuna è l’energia forte e preponderante che solo i giovani portano con sé.
Inutile negare le differenze, ma dovute solo all’ambiente sociale e storico differente, non all’animo che accomuna ogni operatore del GIS. Ai miei tempi non c’era tutta la tecnologia e le attrezzature che dispone ora il reparto e spesso siamo stati costretti ad ingegnarci per risolvere un’operazione, ma escludendo questa normale evoluzione, posso affermare di essere orgoglioso dei giovani operatori del GIS.”
DURANTE LE SUE PRESENTAZIONI DEL LIBRO C’È SEMPRE IL TUTTO ESAURITO. COSA SI PROVA NEL RISCONTRARE TANTO INTERESSE E TANTO CALORE NEI SUOI CONFRONTI?
“Vedere tanta gente che legge Cuore di Rondine e che viene per ascoltare la mia vita mi colpisce e mi lusinga, ma soprattutto mi conferma a portare avanti con tenacia anche questa nuova missione. Tantissime persone si riscoprono nelle pagine del libro e si sentono spronati ad proseguire con forza e tenacia le scelte nella loro vita. Questo mi fa davvero molto piacere. Aiutare una sola persona ad avere grinta e determinazione nella vita è di sicuro la soddisfazione più grande. Inoltre mi fa molto piacere scoprire che sono tantissimi i giovani e giovanissimi e questo mi fa sperare perché sono loro il nostro futuro.”
COSA AUGURA AL REPARTO GIS PER IL FUTURO?
Di restare sempre unito e di continuare a trovare nell’essere un NOI la grinta necessaria per affrontare tutte le operazioni. Nella forza del singolo si rafforza il gruppo. Questa è un elemento fondamentale e di primaria importanza che insegno ai miei uomini e che considero il cardine del Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri.
LEI NELLA VITA HA AFFRONTATO MOLTE DIFFICOLTÀ E LE HA SEMPRE SUPERATE. HA QUALCHE CONSIGLIO DA DARE A OPERATORI PROFESSIONISTI O A COMUNI CITTADINI, PER TROVARE RISORSE DENTRO SÉ STESSI?
“Il coraggio di essere quello che si è. Ognuno di noi è importante e solo restando fedeli a sé stessi, seguendo la propria strada con determinazione e coraggio si possono superare i tanti ostacoli che la vita ci presenta. Nessuno di noi è solo se ha la capacità di guardarsi attorno e di riconoscere le persone con le quali camminare. A volte si sbaglia. L’importante è non cedere agli ostacoli, agli imprevisti e alle disavventure. L’importante è non rinunciare, ma modificare il percorso e andare avanti. Sono episodi che accadono ma che ci servono per temprarci e per proseguire. Ognuno di noi è Cuore di Rondine perché ognuno di noi è coraggioso nella sua vita se è capace di comprenderla e di viverla in pieno.”
Manuel Spadaccini è disponibile per qualsiasi domanda o confronto. Contatti sul sito manuelspadaccini.it